venerdì 6 maggio 2011

Meikyuujou Haidora

Pochi mesi fa, dopo aver ripreso, stavolta per giocarlo sul serio e finirlo, Akuji The Demon, divenuto ormai un classico del videogioco indipendente tanto da meritare un'ottima traduzione amatoriale, avevo iniziato a disinteressarmi a questo tipo di giochi, soprattutto perché di cose che incontrassero i miei gusti molto retrò iniziavano ad uscirne davvero poche... Fino a quando mio fratello mi ha fatto scoprire Meikyuujou Haidora!


Traducibile con "il castello labirintico Hydra" e realizzatto da Buster, all'anagrafe Eiji Hashimoto, guarda caso l'autore di Akuji The Demon (e di Guardian of Paradise, la cui recensione è rintracciabile qualche post più indietro), il gioco ci vede al comando di un non meglio identificato eroe che deve recuperare la corona rubata dal dio-serpente Hydra!
Per farlo dovrà esplorare il castello alla ricerca delle chiavi degli otto dungeon e possibilmente di alcuni oggetti magici che lo aiuteranno nell'impresa! Alcuni di questi oggetti saranno indispensabili per poter andare avanti nell'avventura, mentre altri saranno semplicemente di (grande!) aiuto in qualche frangente. La chiave del primo dungeon si trova nel castello, mentre le altre si trovano all'interno dei dungeon! In ogni dungeon si nasconde un boss che difende la chiave del dungeon successivo. Indovinate chi c'è nell'ultimo? Se avete risposto "Hydra!" avete colto nel segno. Naturalmente è solo sconfiggendo questa pericolosa creatura che potremo permettere al nostro alter ego pixelloso di stringere di nuovo tra le mani la corona!



E a proposito di pixel, la grafica, molto colorata, si rifà come stile ad alcuni RPG e platform del Super Nintendo (mi vengono in mente gli episodi della serie Seiken Densetsu), nonostante lo schema di gioco richiami i tanti arcade-adventure che impazzavano sulla console a 8-bit della casa giapponese ma anche sullo ZX Spectrum e sul Commodore 64. In questo caso però non ci sono enigmi da risolvere, ma solo oggetti da raccogliere, interruttori da premere, nemici da sconfiggere. Il nostro eroe è armato di un semplice spadino ma potrà raccogliere lungo la strada (sempre che riesca a trovarle!) alcune armi secondarie come frecce, ascie, boomerang, ecc. Le "munizioni" di queste armi sono limitate, ma è possibile occasionalmente trovarne sconfiggendo i nemici, che possono rilasciare anche dei cuoricini che incrementano la salute del nostro personaggio. Quando questa arriverà al minimo infatti sarà inappellabilmente Game Over!

E' possibile recuperare energia anche nei punti di salvataggio, caratterizzati da un piedistallo su cui ruota un cristallo blu, che si trovano accanto alle porte dei dungeon. A volte è opportuno uscire dal dungeon una volta compiuta un'azione importante o dopo aver raccolto un oggetto nascosto per salvare e non dover rifare tutto il percorso di nuovo; questo perché i dungeon sono piuttosto intricati, e "risolverli" in un colpo solo è un'impresa alquanto masochistica...



Purtroppo per andare avanti nel gioco è necessaria una seppur minima conoscenza della lingua giapponese, dal momento che la funzione degli oggetti è scritta proprio in questo idioma... C'è da sperare però, data la fama di Buster ma soprattutto la bellezza del gioco, che qualche volenteroso utente si butti nell'impresa di tradurre tutto perlomeno in inglese, così com'è stato fatto per Akuji e per Guardian of Paradise!

Concludo parlando delle musiche, realizzate da Matajuurou Minakaze: nonostante il formato midi, sono davvero epiche e ben orchestrate, tanto da meritare, a mio modesto parere, un riarrangiamento con strumenti veri e una trasposizione su CD! Disponendo di un riproduttore di files midi (io consiglio il versatilissimo e gratuito Anvil Studio, che permette anche di vedere le note sul pentagramma!) è possibile ascoltarle prelevandole dalla cartella "midi" (ma va?), così com'è possibile ascoltare gli effetti sonori (cartella "wav").



Forse non si tratterà dell'opera più riuscita di Buster, e magari qualcuno resterà deluso dalla sua brevità (io l'ho finito in meno di tre ore nette, ma in realtà mi è durato quattro o cinque giorni) e dal livello di difficoltà un po' troppo basso, soprattutto verso la fine (a patto però di trovare tutti gli oggetti!), ma Meikyuujou Haidora resta comunque un piccolo capolavoro che ogni amante dei giochi indipendenti e soprattutto del retrogaming dovrebbe provare!


Aggiornamento: ho appena scoperto (purtroppo con un anno abbondante di ritardo) che qualcuno ha realizzato una patch che traduce il gioco in inglese! Potete trovarla qui! Buon divertimento!
 
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