giovedì 24 ottobre 2013

Un giorno al ViGaMus

Che il videogioco sia una forma d'arte è cosa ormai accettata anche dagli intellettuali più bacchettoni. C'è addirittura chi definisce queste meraviglie ludiche su cui nei primi tempi nessuno era disposto a scommettere neanche un centesimo "opere multimediali interattive".
E' quindi lecito pensare che come le opere di qualsiasi altro tipo anche i videogiochi abbiano bisogno di un museo che ne preservi e ne tramandi il valore artistico. Fino a poco tempo fa, se non erro, l'unico museo dedicato espressamente a questa forma d'arte era il Computerspiele Museum di Berlino. Da poco più di un anno ad affiancarlo c'è il ViGaMus di Roma!



Situato a circa 10 minuti a piedi dalla fermata Lepanto della Metro A e ubicato nei sotterranei di un palazzone (quasi fosse un dungeon di un RPG!), il ViGaMus, in uno spazio non proprio enorme, riassume la storia dei videogiochi dai primi esperimenti a tempo perso con un oscilloscopio degli anni '50 fino al successo commerciale delle console degli anni '80, passando per i primi Home Computer e dando brevi cenni soprattutto tecnici su quanto è intercorso tra la seconda metà degli anni '80 ai giorni nostri.
Seguendo i due percorsi "Pac-Maniani" paralleli disegnati sul pavimento rivivremo la storia di questa geniale forma di intrattenimento in ordine cronologico tramite i cenni, gli approfondimenti e perfino aneddoti e curiosità che accompagnano i pezzi esposti, che comprendono videogiochi, console, accessori e memorabilia varie.
Alcuni monitor posti vicino al soffitto proiettano dei filmati illustrativi che integrano quanto descritto dai pannelli informativi.


Gli oggetti esposti sono tutti parecchio interessanti. Io sono rimasto colpito dall'enorme quantità di console del passato di cui ignoravo l'esistenza, e dalla presenza di macchine di cui avevo soltanto sentito parlare, come lo Sharp X68000, di cui ho ancora pieni gli occhi, e il Commodore 64 GS, giusto per citarne due!



A completare il tutto, delle salette interattive piene di videogiochi da provare, come (in ordine casuale) "Puzzle Bobble 4", "Spelunker" (bellissimo!), "Metal Slug 4", "Metal Slug", "Street Fighter 2 Turbo" (credo), una versione bootleg (o almeno così mi è parso) di "Elevator Action Returns" della Taito), "The King of Fighters" (credo), "Fix it Felix Jr". (il gioco "protagonista" di "Wreck it, Ralph" della Pixar), e niente meno che il cassone originale di "Space Invaders"!!! Io non ho resistito, e l'ho provato, giocandoci fino a raggiungere il terzo livello, per il piacere di battere Toshihiro Nishikado, il suo creatore, che in un intervista proiettata su un monitor presente nel museo ammette di non essere mai riuscito ad andare oltre il secondo livello. Purtroppo il gioco è affetto da un "bug logistico": è posizionato in maniera tale che la luce posta alle spalle del giocatore rende invisibili alcuni punti nella parte inferiore dello schermo... Spero che lo risolvano prima del mio ritorno, così potrò cercare di superare il mio record!


Sono inoltre presenti alcune console su cui poter giocare a classici come "Gran Turismo", "Parasite Eve" (PlayStation), un gioco per XBox non meglio identificato ma inserito all'interno di una scenografia molto curata e "immersiva", "Kingdom Hearts" (PlayStation 2), un episodio di "Prince of Persia" (XBox), "Soul Calibur II" (GameCube, con arcade stick dedicato della Namco), un gioco di cui non ricordo il titolo per PlayStation 2, e un vecchio gioco di basket da bar intitolato "Dunk Shot". C'è anche il flipper di "The Addams Family"...


Sicuramente in questo veloce e poco dettagliato resoconto mi è sfuggito qualcosa, ma potrete rimediare voi stessi visitando in prima persona il ViGaMus!

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